Le parole non dette - Come ci condizionano nella relazione con i nostri figli


Venerdì 29 settembre, dalle 18:00 alle 20:00, l’Associazione A.M.A. Auto Mutuo Aiuto APS propone, presso l’Auditorium Liceo Pascoli di via Deledda 4 a Bolzano, la conferenza “Le parole non dette. Quanto ci condizionano nella relazione con i nostri figli”.

Sarà un confronto interattivo a più voci che intende approfondire gli aspetti della comunicazione tra genitori e figli e fornire spunti di riflessione su temi solitamente poco affrontati. Verranno condivise esperienze e proposti strumenti a sostegno di un sempre maggiore e intimo dialogo all’interno della famiglia. È proprio all’interno del nucleo familiare che è possibile cogliere i segnali del disagio giovanile che rischia di sfociare in reazioni disfunzionali e, nel peggiore dei casi, in decisioni estreme.

L’iniziativa è stata fortemente voluta da un genitore coraggioso. Federico Lavoriero, padre di Manuel, giovane e talentuoso ragazzo bolzanino toltosi la vita all’età di 25 anni, ha deciso di condividere pubblicamente la sua vicenda, convinto che solo attraverso il dialogo si possano trovare delle risposte.

“Da quel maledetto 30 agosto 2021 la vita della nostra famiglia non è più la stessa”. Colpito dalla peggiore e drammatica tragedia che possa travolgere dei genitori, Federico, a due anni dal lutto, tra sensi di colpa e domande, trova ancora una volta la forza di testimoniare e di raccontare l’accaduto con ammirabile altruismo. Si tratta dell’intento di un padre di lanciare un appello, affinché si cerchi di stare il più vicino possibile ai figli, sforzandosi di comprenderli oltre a ciò che mostrano: la loro serenità può infatti rivelarsi una facciata, una maschera che cela tutt’altro.

Ospiti della serata, condotta dalla giornalista Floriana Gavazzi, saranno: lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe De Felice, il responsabile del Servizio Prevenzione Suicidio della Caritas locale Renato Decarli e l’educatore professionale Area Giovani servizio sociale di Laives, mediatore familiare, nonché psicologo in formazione specializzato nella comunicazione Andrea Angeli.

Quello dei suicidi nella Provincia di Bolzano è un fenomeno da non sottovalutare e l’Associazione A.M.A., con sede a Bolzano in Piazza Gries 18, formata da volontari che riconoscono nell’auto mutuo aiuto uno strumento di promozione della salute e del benessere, desidera affrontare, per quanto possibile, questa complessa realtà attraverso detta conferenza, seguita da un workshop esperienziale sul tema, condotto dal Dott. Giuseppe De Felice.

Il progetto proseguirà con la creazione di due gruppi di auto mutuo aiuto: uno dedicato ai genitori che sentono l’esigenza di approfondire e confrontarsi sulle problematiche che emergono nella relazioni con i propri figli, e il secondo, per gli adolescenti che desiderano condividere uno spazio in cui riconoscere le personali risorse e sperimentare nuove potenzialità per rispondere alle eccesive aspettative e farsi strumento di aiuto per se stessi e per i coetanei.

Di seguito alcune considerazioni dei relatori:

Dott. Giuseppe De Felice
Viviamo in una società fatta di aspettative continue: pressioni sociali e familiari. Le persone dall’animo più sensibile, non riescono a reggerle, vanno avanti e collassano. È necessario rompere questi schemi. Nella società in cui viviamo, “non farcela” diventa un problema e il suicidio è la dimostrazione di un gesto estremo. A tal proposito desidero sottolineare l’importanza del fallimento attraverso le parole dello psicoterapeuta statunitense Alexander Lowen “Il fallimento ha sempre avuto un effetto positivo su di me, è stato il mio migliore maestro: mi ha costretto a fermarmi e a considerare il mio comportamento autodistruttivo. Mi ha dato la capacità di cominciare da capo con tutta la vitalità e l’entusiasmo che comporta un nuovo inizio. Accettando il fallimento mi sono liberato della lotta per superare il senso interiore di fallimento. Accettare il fallimento non è sintomo di rassegnazione, ma di accettazione di sé. Accettare il fallimento libera l’energia legata alla lotta per il successo e l’autoaffermazione, rendendo così possibile la crescita”.

Dott. Renato Decarli
Troppo spesso del tema del suicido e della sua prevenzione se ne parla quando ormai il dramma ha sconvolto una famiglia e scosso la società. Spesso nel dramma prevale la necessità di dover trovare le cause e i motivi di quel gesto estremo. Alla fine però, la risposta che rimane è un forse uno, nessuno o centomila motivi. Questa risposta rimanda alla necessità che per prevenire i suicidi occorre promuovere una società inclusiva e non esclusiva in cui le crisi diventano opportunità e non drammi se condivise e supportate.

Dott. Andrea Angeli
Quello accaduto alla famiglia Lavoriero è un dramma familiare, ma va inserito all’interno di un contesto sociale. È necessario contestualizzare i vissuti degli adolescenti: va analizzata la società in cui si trovano a vivere. Il nostro è un contesto sociale poco congruo a un pensiero lineare. Ci interfacciamo tutti i giorni con fatti oppositivi. I giovani, trovandosi a vivere in un continuo controsenso, rimangono sbigottiti e vedono davanti a sé una strada impercorribile. Tutto questo porta ad un sempre maggiore isolamento. Un altro elemento che entra in campo sono i social: nostri grandi giudici. Chi non ha una sufficiente forza d’animo per reagire, subisce. Il mondo dei social ci costringe ad uniformarci alle sue regole. Se non le rispetti, vieni escluso, bullizzato, cacciato. Se anni fa avevamo la possibilità di rimanere in piedi anche dopo aver subito un colpo, adesso ogni attacco esterno si amplifica e ci distrugge.

Di seguito il link per accedere alla registrazione della serata                  https://www.youtube.com/watch?v=9jbcnnpg0Ss